Neoliberismo tra stregoni e profeti
Questo post potrebbe anche intitolarsi “criteri di scelta” ma quello che mi frulla nel cervello è qualcosa di più profondo di un criterio (dicesi criterio la norma su cui si fondano le distinzioni, i giudizi, le diverse linee d’azione o di condotta), il che fa presupporre che l’arma della persuasione tipica del marketing guerrafondaio e manipolatore, grazie ad un trend capitalista e neoliberista, stia prendendo disinvoltamente il sopravvento sul ragionamento persuasivo che oserei definire “democratico” per arrivare ad una soluzione proattiva.
Forse i signori del marketing della guerra, quelli che usano parole aggressive, che insultano i non presenti, che inveiscono su quelli che hanno una visione anche romantica della vita, che sostengono che la cultura, la scuola, l’università siano luoghi del male, becere fucine per intellettuali da salotto, mentre è la strada, il contachilometri che genera la conoscenza e conseguentemente i criteri di scelta, ebbene i marketers insaziabili potrebbero essere l’espressione dell’anticamera di quei regimi totalitari che sfociano nelle guerre civili e nei genocidi.
L’idea che invece sia un mix dell’uno e dell’altro non sfiora la mente delle sentinelle del marketing guerrafondaio ma stempera le paure.
Secondo Sebastian Buckup, responsabile della programmazione al World Economic Forum : “Negli anni del neoliberismo si è assistito da un lato, alla diffusione del potere di mercato, con la crescita del commercio e la globalizzazione del capitale e delle conoscenze che ha permesso ai Paesi di spostare risorse sui settori più produttivi e remunerativi e dall’altro alla concentrazione della ricchezza in alcuni settori come quello finanziario e quello dell’information technology”.
Questo genere di concentrazioni eccessive oltre all’aumentato della diseguaglianza economica, però hanno generato dei modelli da seguire che sono stati interpretati, dalle menti più criminali, come incentivi alla pratica dell’abuso, alla manipolazione ed al controllo delle operazioni.
Tutto questo avveniva anche ai tempi della grande depressione che ha poi generato quei regimi totalitari di cui sopra.
Adesso, forse, avete compreso perché evito tutti quei luoghi fisici e comuni dove uomini o donne inferociti, per venderti un paio di mutande, oppure un corso per diventare, da un giorno all’altro, l’uomo più felice del pianeta, ti aggrediscono in modo becero e riluttante, raccontandoti che i loro metodi di venditori vincenti e felici sono miracolosi come l’acqua santa, e se avrai il coraggio e la tempra da uomo vero e risoluto di seguirli, diventerai presto l’uomo più ricco dell’universo.
Poi ti dicono anche che studiare, prendersi un diploma o magari una laurea è tempo perso, perché loro che non hanno mai frequentato, se non magari fino alla quinta elementare, hanno fatto i soldi grazie al loro metodo fantascientifico e incontaminato.
La prassi prevede una prima fase definita : adulatoria, dove vi sentite coinvolti dai contenuti che identificano il vostro stato di pressione o di stress.
Man mano la fase adulatoria diventa pressante e non vi permette di interloquire, anzi se per caso vi mostrate convinti del contrario rispetto alle loro tesi, venite considerati ingenui ed incapaci di comprendere le grandi verità.
Un articolo al giorno toglie il contestatore di torno.
In questa escalation programmata a tavolino tramite quello che viene spudoratamente definito “piano editoriale” si insinua il compare che ovviamente, esattamente come il gioco delle tre carte, ha il compito residuale di infliggere il colpo finale.
Ci siamo, il malcapitato è al punto decisivo della “cottura” acquisterà il corso, il prodotto o il servizio, anche perché gli abbiamo fatto credere che vale 5000 euro, lo vendiamo a 2500, ma lui, se lo compra subito, pagherà soltanto 750 euro e se lo acquista mentre legge gli costerà 19,90 euro ed avrà in omaggio una bottiglia di Moet Chandon Rosè Imperial di un’annata storica, del 2099, ancora da venire.
Le proporzioni a dire il vero non sono sempre così sbilanciate, spesso lo sono di più.
Ma non siamo ancora all’apice del malaffare.
La cosa più stramba ed illeggibile per una mente razionale e che a questi incontri non esiste dibattito, non c’è confronto, non c’è contradditorio, non esiste la possibilità di dire: “amico stai dicendo un’infinità di sciocchezze, ci hai fatto venire qua per sentire delle tue opinioni che non hanno alcuna possibilità di produrre quei risultati che così determinatamente prevedi, perché non esiste nessun dato fisico, statistico comprovante che lo dimostri, se non la tua simpatica ed invadente personalità, i video emozionali, i testimonial pagati per dire quello che tu vuoi che si dica, la tua sviluppatissima pratica alla persuasione ed al convincimento”.
Ecco forse avete capito che il pianeta delle belle statuine che ha creato il neoliberismo e la pratica dei segaioli di idee, è al tramonto e all’orizzonte si intravedono luoghi di riflessioni, svago e di confronto dove l’intelligenza collettiva non fa miracoli, ma pone al centro l’uomo, prima dell’imprenditore, del titolare d’impresa ebete e dell’istruttore narcisista.
Forse qualcuno prima o poi racconterà una storia che si perde nella notte dei tempi e cioè che è la squadra che vince ma una squadra non si costruisce dall’alba al tramonto, ci vuole “tempo” che si coniuga con la reputazione, “sacrificio” che richiama il sudore e la fatica, “impegno” che si declina in continuità, giorno dopo giorno senza mollare mai, “consapevolezza” dei propri mezzi e dell’ambiente che ci circonda e grande disponibilità che potremmo ridefinire pazienza e volontà a relazionarsi con il prossimo.
E non finisce qui!