Multitasking? Meglio concentrarsi che distogliere l’attenzione.
Che siano della millennial generation o giù di lì, sappiamo che i giovani adulti oggi sono multitasking, cioè sono capaci di lavorare mentre ascoltano musica e guardano Netflix e tra un’azione e l’altra inviano un sms all’amico con cui si incontreranno forse domani.
Questa estate ho letto un articolo che riportava una ricerca dell’Università della California pubblicata sulla rivista Psychological Science, che affermava che il nostro cervello non gradisce frammentare l’attenzione, al punto che seleziona le azioni contemporanee, salvaguardando quelle che ritiene importanti e sacrificando il resto.
Non abbiamo quindi un cervello in grado di fornire la stessa attenzione alle azioni congiunte ed i ricercatori stessi consigliano di registrare un’azione alla volta.
Il multitasking quindi penalizza la comprensione e soprattutto non consente il discernimento tra informazioni salienti e quelle irrilevanti.
Quindi a parte la raccomandazione agli echo boomer ed ai nativi digitali di evitare la doppia o la tripla sveltina in contemporanea sullo stesso cervello, vorrei sublimare il percorso concentrato e diretto senza distrazioni.
Ai vostri collaboratori consigliate di spegnere il cellulare e staccare le orecchie da Spotify, quando si sta lavorando su qualcosa di importante che riguarda l’azienda.
Invitateli a cercare e poi a trovare dei momenti di riflessione e di relax, staccandosi totalmente dal resto del mondo, e raccogliere la massima concentrazione sul progetto sul quale si sta lavorando. Ne va del risultato e di conseguenza dell’impresa.
E poi già che siamo in argomento, sarebbe anche il caso di ripristinare degli antichi piaceri come la possibilità di alzare la testa dal computer ogni tanto e ritrovarsi in sala relax a parlare di altro con i colleghi, oppure favorire delle discussioni di team sui problem solving aziendali, investendo i colleghi della responsabilità di partecipare alla discussione per risolvere la questione e quindi ripristinare quel senso di comunità e di intelligenza collettiva che fa la differenza.
La soluzione del problema è più nelle corde vocali di un coro che nell’assolo di un tenore.