Il 2007 è stato l’anno dell’origine della crisi finanziaria che in breve si è trasformata nella più grande crisi economica dei nostri tempi, ed è stato anche uno spartiacque, per alcuni “prevedibile” per altri meno, della consapevolezza dell’avvento imminente di quella rivoluzione digitale che avrebbe cambiato il mondo.
La deduzione si traduce con la tradizionale domanda che sorge spontanea :
“il mondo è cambiato è tu?”
Queste riflessioni sono mirate verso quei titolari di club che non hanno compreso che il cambiamento non riguarda soltanto l’invasione delle nuove tecnologie, ma bensì pretende un modo diverso di lavorare, di affrontare la nuova realtà, modificando l’identità tradizionale percepita del cliente, così come quella del collaboratore o dipendente.
Sono proprio i vostri collaboratori o dipendenti su cui vorrei accendere l’attenzione.
Oggi tutte le aziende del mondo hanno compreso che il successo della loro attività sta nell’identità, nell’unicità, nell’originalità dell’azienda stessa, nell’interpretazione del cambiamento e nella capacità di far percepire ai potenziali clienti l’avvenuta innovazione.
Di conseguenza i club che non riescono a connettersi con il “nuovo mondo” mostrano le loro criticità e si condannano al suicidio imprenditoriale.
Il rapporto con gli istruttori, come con gli operatori commerciali o addetti al ricevimento, deve prendere atto di quanto sopra e quindi non sono più ammissibili i cosiddetti freelance o gli istruttori della domenica, o ancor peggio quelli che scegli perché costano meno.
Un istruttore è colui che confeziona il prodotto che tu offri alla clientela e fino a quando sarà così tu devi scegliere un istruttore preparato e certificato da un’organizzazione che risulti credibile sul territorio, che sia in grado di aggiornarsi continuamente, che abbia competenze tecniche e capacità relazionali, che promuova la tua azienda e non le tre o quattro alle quali fornisce lo stesso prodotto.
La posizione geografica tra una e l’altra azienda, se non inequivocabilmente distante, non risolve il problema.
Il cliente identifica la tua azienda con le altre che reciprocamente si fanno soltanto del male per il famoso processo dell’omogeneità e il mancato sviluppo dell’unicità, della personalizzazione e dell’originalità.
Se una di quelle aziende in cui l’istruttore offre il servizio viene considerata modesta, anche la tua sarà percepita come tale, se uno di questi club chiude o mostra cenni di cedimento, anche la tua sarà percepita fallenda.
Se invece uno dei club può godere di una comunicazione massiccia, tipo grande network, rispetto al tuo club o ad altri, la condanna sarà di risultare eternamente secondo o addirittura terzo.
Oltre le competenze tecniche l’istruttore deve avere la capacità di inserimento nel tessuto aziendale e partecipare direttamente al modello di business proposto dal club per quanto concerne la fidelizzazione del cliente, l’acquisizione dei prospects e l’attrazione nei confronti dei leads.
L’istruttore oggi deve essere in grado, grazie alla tecnologia e alla sua efficienza relazionale, di individuare coloro che hanno mostrato interesse verso il servizio offerto dall’azienda, tramite le pagine web, il suo blog, il sito del club.
Deve essere in grado di produrre contenuti che possano sviluppare interesse per intercettare potenziali nuovi clienti e i contenuti devono avere origine dal servizio offerto.
La lezione singola, come il planing completo del club, non può prescindere dalle richieste preventive del mercato e non dalle esigenze di orario o di competenze dei vari istruttori.
E indispensabile oggi coinvolgere nella preparazione della lezione singola e del planing: le informazioni, i fatti, le ricerche, le competenze, gli interessi, ed essere in grado di intervenire in tempo reale e con coraggio, per modificare con adeguate contromisure le criticità eventualmente prodotte.
Questa è una prima analisi che ha il dovere di sottolineare a conclusione che gli istruttori che costano poco rendono altrettanto e che i freelance sono fuori moda e contesto. Ma la domanda sorge spontanea: “Dove lo trovo un istruttore così?” Parliamone!