Era il maggio del 2007 quando Rizzoli pubblica un libro scritto da due grandi giornalisti, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, “La Casta” (Così i politici italiani sono diventati intoccabili). Una denuncia a quattro mani rivolta ad una certa politica ingorda e insaziabile che aveva dominato l’Italia dall’avvento del primo presidente del consiglio socialista Bettino Craxi, 1983, alla resa del cavaliere mediatico e donnaiolo Silvio Berlusconi, 2011, passando da Mani Pulite, agli omicidi di Falcone e Borsellino fino a dodici anni fa appunto.
Aerei di Stato usati come taxi dalle sanguisughe elette, palazzi parlamentari presi in affitto a peso d’oro. Finanziamenti pubblici quadruplicati, rimborsi elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Spese di rappresentanza sontuose, enti inutili ed obsoleti che funzionano come serbatoi elettorali. Indennità fuori dall’immaginabile. Candidati “trombati” consolati con buste paga profumatissime. Presidenti di circoscrizioni con l’auto blu. Era il 2007 e cosa è cambiato da quella denuncia ad oggi?
E’ certamente cambiato il fatto che da due giornalisti siamo passati a migliaia di sardine che dissentono in silenzio, cantando e indicando, senza ipocrisie, la denuncia del male estremo: la lega dell’oligarca padano Matteo Salvini.
La campagna elettorale del 2018 è stata tra le più costose che la casta abbia mai conosciuto. Dove abbia preso i soldi Salvini per pagare la campagna elettorale per le amministrative e per le europee, è materia di indagine delle varie procure della repubblica e della magistratura, anche se, da Luca Parnasi ai resti dei 49 milioni di euro, corre l’idea degli Emirati Arabi come cassaforte del maltolto agli italiani, e del finanziamento illecito alla lega da parte dell’imprenditore romano, arrestato e rinviato a giudizio. Si parla di 250 mila euro per la lega e 200 mila euro passando da Radio Padania, laboratorio di cervelli confusi alla Salvini.
Soprattutto se facciamo riferimento alle elezioni europee, non è accettabile che, a pagare gli oltre otto mila agenti impiegati a sedare le contestazioni, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia, e la bestiale comunicazione social del ministro leghista populista, siamo stati noi. Noi popolo, cioè tutti, anche quelli che vorrebbero Matteo Salvini, monaco in un convento di clausura.
Politicamente, nonostante i pareri che infiammano i salotti televisivi, permessi e sponsorizzati dai brandelli del fu cavaliere, oggi servente, Salvini è uno stratega da osteria. No, non furono i mojito del Papeete a dissolvere i pochi neuroni che pigramente albergano nel suo cervello ed in quello dei suoi colonnelli, bensì una decisione convinta e circostanziata che non aveva considerato il 90% di quanto si è poi verificato. I suoi retromarcia, l’offerta miserevole della poltrona di presidente del consiglio al povero Di Maio, è la prova inscindibile della sua ignoranza politica e della strategia suicida.
Difficile, per tanto analfabetismo, comprendere il linguaggio delle sardine che aspirano ad un confronto leale ed onesto e criticano ad oltranza, con nomi e cognomi, le volgarità, le offese, i pregiudizi e l’odio che i padani populisti hanno distribuito e distribuiscono gratuitamente in rete, per poi nascondersi, dietro ipocrisie, nei salotti televisivi.
E per farlo capire bene anche ai più distratti uomini e donne del sud, pubblico un articolo di Face Magazine del 2016. Il testo ricostruisce quello che, in privato oggi, ed in pubblico ieri, Matteo Salvini e i neocamerati della lega, pensano dei meridionali.
L’articolo è del 30 maggio 2016 con oltre 2 milioni e 345mila visualizzazioni:
2009. Festa di Pontida. Matteo Salvini intona il coro: “Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”
In seguito ha precisato: “Sono troppo distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo nessuna cosa in comune. Siamo lontani anni luce”.
2011. In merito al terremoto a L’Aquila, l’europarlamentare Mario Borghezio dichiara: “Questa parte del Paese non cambia mai, l’Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. Il comportamento di molte zone terremotate dell’Abruzzo è stato singolare, abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate”.
Agosto 2012. Matteo Salvini su Facebook:
“Una sciura siciliana grida e
dice “vogliamo l’indipendenza, stiamo stanchi degli attacchi del Nord”.
Evvaiiiiiiii”
Settembre 2012. Vito Comencini, segretario di sezione e vice coordinatore
provinciale dei Giovani padani, su Radio Padania, dice:
«Carta igienica al Sud, che devono ancora capire a
cosa serve».
Novembre 2012. Donatella Galli, consigliera leghista della provincia di Monza e Brianza, invoca l’aiuto dei vulcani per pulire il sud: “Forza Etna, Forza Vesuvio, Forza Marsili!!!”
La seguente
dichiarazione, inizialmente attribuita a Matteo Salvini, è invece di Luca Salvetti, dei Giovani Padani di Mantova ed
è stata pronunciata nel corso del Congresso dei Giovani Padani del 2013:
“Ho letto sul Sole 24 Ore che,
ancora una volta, verranno aiutati i giovani del Mezzogiorno. Ci siamo rotti i
coglioni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanculo i giovani del
Mezzogiorno! Al Sud non fanno un emerito cazzo dalla mattina alla sera. Al
di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci
abita. Sono così, loro ce l’hanno proprio dentro il culto di non fare un cazzo
dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina
alla sera e ci tira un po’ il culo”.
Se oggi Salvini si dichiara acerrimo nemico dell’euro, poco tempo fa non la pensava nello stesso modo. E il Sud, a suo dire, l’euro non lo meritava.
2014. Riguardo ad una possibile riforma della Scuola, il solito Matteo Salvini dichiara: “Bloccare l’esodo degli insegnanti precari meridionali al Nord”.
Dicembre 2014. Il
leader del Carroccio scrive su facebook:
“Chi scappa non merita di stare
qui, lo considero un fannullone. E non è un caso che siano AFRICANI o
MERIDIONALI ad andarsene, gente senza cultura del lavoro”. Questo post è tuttavia stato
segnalato dal sito Bufale.net come un fake.
I 99 Posse che hanno condiviso il post affermano il contrario.
Leonardo Muraro, presidente della provincia di
Treviso:
“E’ proprio per questo che
invito ad assumere trevigiani: i meridionali vengono qua come sanguisughe”.
E, ancora,
un’altra storica “perla” salviniana:
“Carrozze metro solo per
milanesi”. .
Al centro di anni di insulti leghisti, non ci sono solo i meridionali. Anche i migranti, le ex ministre, gli omosessuali, i disabili e tutte le minoranze. E perfino i terremotati dell’Emilia.
Ecco alcuni dei più raccapriccianti.
“Terremoto nel nord italia… Ci scusiamo per i disagi ma la Padania si sta staccando (la prossima volta faremo più piano)…” (Stefano Venturi, segretario della Lega di Rovato, Brescia, sul terremoto in Emilia nel 2012)
“Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato? Vergogna”. (Dolores Valandro, consigliere leghista di quartiere a Padova)
“Bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucil”. (Giancarlo Gentilini, ex sindaco di Treviso, alla Festa della Lega nel 2008)
“Agli immigrati bisognerebbe prendere le impronte dei piedi per risalire ai tracciati particolari delle tribù”. (Mario Borghezio su Radio24, nel 2012)
“Crediamo sia giunto il momento di prevedere sul treno degli appositi vagoni per extracomunitari, e delle carrozze riservate ai poveri italiani”. (Erminio Boso e Sergio Divina, consiglieri provinciali di Trento)
“La civiltà gay ha trasformato la
Padania in un ricettacolo di culattoni”.
(Roberto Calderoli,
novembre 2010)
“Nella vita penso si debba provare
tutto tranne due cose: i culattoni e la droga”.
(Renzo Bossi,
ex consigliere regionale della Lombardia)
“I disabili nella scuola? Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utile metterli su percorsi differenziati”. (Pietro Fontanini, presidente della provincia di Udine)
“Meglio noi del centrodestra che andiamo con le donne, che quelli del centrosinistra che vanno con i culattoni”. (Umberto Bossi, ex ministro delle Riforme per il Federalismo).