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Prendo lo spunto da un messaggio che mi arriva in privato da un’artista che resterà anonima così come tanti che non vogliono confondersi, oppure che io li confonda, nel fango che purtroppo faccia di libro come tanti altri social spesso produce.

Il tema è quello politico, governativo e di opposizione, e l’appello, quasi una supplica, è rivolto al sottoscritto che, a suo dire, dovrebbe essere molto più critico nei confronti di un governo che ha commesso e continua a commettere una sequenza di errori che sfiorano il dilettantismo.

Ho risposto ovviamente mantenendo l’anonimato anche dei concetti che però desidero liberare nell’atmosfera visto che se il diavolo si nasconde nei dettagli, per i concetti alti o ampi, è meglio affidarsi agli esperti conoscitori e ricercatori di verità.

“Come io vedo il mondo” è un libro scritto da Albert Einstein nel 1934 in mezzo tra la seconda guerra mondiale e la crisi economica del 1929.

Scrive il professor Albert : “La crisi è una vera benedizione per le nazioni e le persone, perchè la crisi porta progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte scura. E’ nella crisi che nascono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le proprie sconfitte e i propri errori alla crisi, violenta il proprio talento e mostra maggior interesse per i problemi piuttosto che per le soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande difetto delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel trovare le soluzioni (…) Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola una volta per tutte, l’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla”

Le parole del prof Einstein suonano come monito per tutti noi. Dai detentori del potere, agli oppositori, ai cittadini, quelli furbetti che hanno speculato sulla crisi sanitaria, economica, sociale, ai media, al vittimismo degli altri. Gli unici esenti da essere bersaglio di queste parole sono le vittime, i loro famigliari e parenti, i medici e gli infermieri sul fronte. Persone che hanno lottato con tutte le loro forze contro la pandemia ed il dramma che soltanto in Italia ha fatto più di 33 mila vittime.

Un numero strano questo 33, è quello che mi faceva dire il mio vecchio medico curante, quando ero bambino, mentre controllava, battendomi la schiena, per capire le origini della mia tosse o della mia debolezza.

Tutti gli altri devono trovare le forze e l’energie per lottare con una determinazione mai richiesta fino ad ora e con il coraggio e l’audacia di chi non ha alcuna intenzione di soccombere di fronte ad un virus omicida ed infinitesimale.

Come vedo io il mondo? E’ il momento di agire per riconvertire e per innovare, diversamente è meglio il silenzio!

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