Se tutti noi desideriamo, e so che lo desideriamo, una ripartenza convinta e consapevole, abbiamo il dovere di procedere con tutta la possibile attenzione, il totale impegno e la massima volontà verso un percorso che deve possedere gli aspetti fondanti della ricostruzione nel senso della condivisione e dell’ottimismo.
Già prima della pandemia la consapevolezza ci illustrava la strada verso un nuovo stato di normalità, che all’epoca era rappresentato dai cambiamenti ambientali, i mutamenti climatici, la precarietà del lavoro, le crisi finanziarie, le crisi economiche, lo stress determinato dalla velocità dei tempi
Già prima, ed ogni giorno sempre di più, eravamo testimoni di un mondo che, giorno dopo giorno, si stava disintegrando sotto i nostri occhi appannati, mentre le menti più brillanti, le menti che volano, proponevano da tempo l’adattamento alla nuova normalità che tendesse le proprie ali verso la prosperità di un mondo nuovo.
Il coronavirus non ha fatto altro che accelerare il destino inevitabile, innescando la paura per la salute di ciascuno di noi e dei propri famigliari, amici e conoscenti. L’ossessione della mancanza di ossigeno, di rimanere senza fiato come se qualcuno con la forza della sua prepotenza avesse pigiato la sua gamba sul tuo collo, impedendoti di respirare. L’ansia della miseria irreversibile, quella vera, quella che prende allo stomaco e che ha generato nei primi giorni di isolamento l’assalto ai supermercati che diventavano poi delle trappole, come le case per anziani, i luoghi affollati, dove persone deboli ed impaurite subivano il contagio sviluppando una malattia ancora tabù per virologi e scienziati inermi.
Ora che, con tutti gli scongiuri del caso, e con il timore che si è innescato in tutte le persone sane di mente, l’intensità del contagio cede ai nostri sacrifici ed alla nostra capacità difensiva; ora che celebriamo l’eroico comportamento di medici ed infermieri, molti di loro contagiati e vittime predestinate per tentare di salvare le vite degli altri e prendiamo atto degli errori di tutti per aver sottostimato il nemico; ora che i letti nei reparti di terapia intensiva si stanno via via liberando; ora che la conta dei morti, pur rallentando, segnerà per sempre la primavera del 2020 con 33.601 vittime del covid19 e 233.836 che hanno contratto il virus ad oggi, ora è arrivato il momento di uscire con le dovute precauzioni a riorganizzare le nostre vite.
E’ dentro di noi che troveremo la forza di reazione a questa tragedia dell’umanità. E’ nel nostro DNA la capacità di reinventarsi più forti e decisi di prima, affrontando le difficoltà con la predisposizione innata a superare il trauma e la depressione della catastrofe che ha sconvolto il pianeta.
Prima eravamo vittime predestinate dei poteri forti, delle multinazionali, delle grandi finanziarie, dei media e della classe politica assoggettata al mainstream, sopraffatti dall’arroganza di un potere determinato ad imporre il suo diktat, poi è arrivato il covid19 e ci ha fatto scoprire le rinunce esistenziali alle relazioni, il buio dell’isolamento, la paura del soffocamento, al quale oggi non possiamo che aggiungere una situazione globale economica proibitiva.
Attività in default, negozi, bar, ristoranti e alberghi chiusi, aziende che licenziano, banche che non prestano i soldi nonostante le garanzie statali, aiuti economici governativi vittime della burocrazia, un continente finalmente generoso ma lento come la quaresima, anzi di più.
Il tragico seguito di una situazione economica che era già precaria e che lasciava prevedere l’eclissi che l’improvvisa apparizione dell’agente patogeno ha evidenziato e portato all’attenzione di tutti gli abitanti del pianeta.
Ora noi dobbiamo accettare quanto è avvenuto, come un fatto che appartiene alla vita ed al quale non potevamo sottrarci, dobbiamo farlo sviluppando una serie di relazioni sociali che devono superare le barriere ideologiche che hanno fin qui impedito il confronto, dobbiamo convincere noi stessi e poi gli altri che non esistono disgrazie insormontabili.
Dobbiamo riprendere il viaggio e non importa quanto sia difficile farlo, quanto tempo ci vorrà per raggiungere la meta, dobbiamo consapevolmente concentrarci sulla ripartenza e dobbiamo avere ben chiara la destinazione.
Conosciamo le condizioni del nostro pianeta e sappiamo che dobbiamo risanarlo e con c’è più tanto tempo per farlo. Dobbiamo sconfiggere il negazionismo e le diseguaglianze, dobbiamo salvaguardare i deboli e gli indifesi e tutto questo deve far parte del nostro bagaglio prima di intraprendere il nuovo viaggio.
Certo serve molto coraggio per scegliere di andare in luoghi incontaminati dove l’umanità è già stata un tempo, il tempo del rispetto delle specie animali e vegetali e dove le nuove generazioni devono ritrovarsi pronte e mentalmente preparate per affrontare il viaggio verso il futuro
Ci ritroveremo in un luogo che l’umanità ha già conosciuto anche se nessuno dei presenti ci è mai stato prima. Un luogo dove la rivoluzione industriale non ha partorito il progresso/regresso dei combustibili fossili inquinanti con conseguenze devastanti per il pianeta come la diffusione di anidride solforosa (SO2), l’incremento della quantità di CO2 nell’atmosfera che hanno provocato il surriscaldamento globale. Le letali e nefaste emissioni di gas a effetto serra provengono dalla combustione di combustibili fossili che producono una serie di altri inquinanti atmosferici come gli ossidi di ozono, biossido di zolfo, composti organici volatili e metalli pesanti.
Questi inquinanti ambientali si comportano poi come gli agenti patogeni tipo il covid19 perché essi stessi hanno degli effetti negativi sulla salute degli esseri umani. Le particelle combustibili fossili respirate sono causa di morti premature, malattie respiratorie acute, asma, bronchiti e una ridotta funzione polmonare che si sviluppa soprattutto nella popolazione debole come i poveri mal nutriti, gli anziani e coloro con malattie respiratorie preesistenti
Un nuovo mondo in grado di ridurre al minimo gli agenti inquinanti e patogeni, questo come primo importante obiettivo a difesa della salute di tutti ma soprattutto dei più deboli, l’abbattimento dei muri delle disuguaglianze, del razzismo, dei nazionalismi, degli egoismi e delle ipocrisie. Un mondo nuovo per una nuova scolarizzazione, un laboratorio di ricerca per la crescita e lo sviluppo della convivenza. Sieri e vaccini per sconfiggere la cattiveria, l’ignoranza, l’arroganza, la prepotenza, l’avidità e le malattie.
Non abbiamo idea di ciò che troveremo perché non esistono guide turistiche ne mappe che ci indicheranno il percorso, ma abbiamo abbastanza indicazioni su quello che ci servirà quando approderemo alla nostra ideale destinazione: tutta la nostra totale risolutezza, determinazione e volontà.
Questo viaggio non avrà ritorno, se non saremo capaci di cambiare non torneremo indietro. Siamo a rischio estinzione generata dagli sviluppi della nostra ricerca e delle nostre scelte sbagliate. Abbiamo costruito armi autodistruttive per garantirci l’estinzione, dalla fionda alla freccia per la caccia, dall’atomica al nucleare per la guerra.
Nel nuovo mondo ci attende un sistema di adattamento ai cambiamenti climatici che non dipenderanno più dal nostro controllo, vivremo grazie a nuove economie sostenibili che avranno sostituito le attuali fallimentari, avremo energia grazie alla tecnologia senza provocare gli effetti collaterali dei combustibili fossili, trasformeremo in buone le cattive tradizioni, le credenze, le religioni e le abitudini legate al vecchio mondo che ci saremo lasciati dietro le spalle.
Voglio un mondo migliore per le future generazioni, per i bimbi che crescono, per i ragazzi e ragazze che diventano uomini e donne e che immaginano una nuova destinazione dove nessuno potrà mai toglierti il respiro, illuminato di giorno dalla luce del sole e brillante di notte grazie alle stelle nel cielo.
…..i miei sogni creativi all’alba del nuovo giorno!