La magia della musica afroeuropea e il miracolo dell’integrazione

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Magia, Musica & Miracolo le tre emme dell’integrazione.

Chissà se un giorno l’Europa partorirà la stessa magica storia che la musica afroamericana ha reso agli abitanti del pianeta. Le condizioni sono le stesse anche se le tempistiche saranno inevitabilmente diverse.

In passato gli africani furono schiavi nei campi di cotone del sud del continente americano, oggi lo sono nei campi di pomodori del sud del vecchio continente.

All’inizio del ‘700 negli stati del nord America gli schiavi erano poco più di un milione, ma allo scoppio della guerra civile se ne contavano ben 4 milione e mezzo.

Nella terra di confine a sud dell’Europa, prima che i leghisti prendessero il potere, erano 500 mila ma esattamente un anno dopo diventarono 90 mila, ma furono sufficienti per favorire una parziale integrazione tra la cultura degli schiavi neri e dei leghisti bianchi.

Esiste un magico senso di continuità in tutta la storia dal secolo scorso ai giorni nostri.

Dal blues al jazz, al gospel, al rhythm’n’blues, al  soul, al funky, al rap, al valzer, alla mazurka, alla tarantella, chissà quanti nuovi stili musicali inventeranno nei prossimi anni gli afroeuropei.

Per la prima volta nella storia anche la politica acquisterà pari dignità e dopo aver saputo integrare la taranta del Salento con l’intensità delle percussioni africane, sarà la volta della mazurka polacca o del valzer viennese adottati dai padani del patto di Visegrad con le note raccolte dall’eredità del blues o del gospel.

E’ scritto  che per anni la musica subirà la stessa sorte degli uomini e delle donne dalla pelle nera che lotteranno in Europa per gli stessi diritti per i quali  Bessie Smith, James Brown, Mahalia Jackson,   Otis Redding,  Aretha Franklin, Ray Charles hanno lottato dall’altra parte dell’oceano.

Così come la musica nera americana è stata un fenomeno espressivo tra storia, leggenda ed intensità emotiva, così sarà anche in Europa ed i prossimi anni saranno anni bellissimi, rivivremo  gli anni del boom economico e andremo tutti al mare in seicento, i più fortunati in milleecento, a Rimini o a Forte dei Marmi, nella east o west cost del bel paese.

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